GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA: NON BASTA UN GIORNO

GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA

Giornata Mondiale della terra: non basta un giorno ma serve un piano strategico di lungo periodo! Come la filiera della riqualificazione energetica può contribuire attivamente alla sostenibilità ambientale.

L’Earth Day (Giornata Mondiale della terra), nato il 22 aprile 1970 è una delle più grandi manifestazioni a livello globale dove si fa un punto sullo stato di salute della terra e della sua salvaguardia a livello ambientale. Ma come sta il pianeta e quali sono le strategie globali per riuscire a spostare le nostre abitudini e comportamenti verso uno stile di vita sostenibile? Siamo ormai tutti consapevoli che NON è la Giornata Mondiale della terra l’unico momento di riflessione nel corso di un anno ma che ormai l’attenzione globale deve essere quotidiana.

Quest’anno proprio il 22 Aprile prende il via un summit di due giorni in videoconferenza sul clima, voluto dal Nuovo Presidente USA Joe Biden, al quale parteciperanno 40 capi di Stato e di governo tra cui il nostro premier Mario Draghi. Un evento importante che dimostra la volontà degli Stati Uniti di collaborare attivamente alla tutela dell’ambiente e alla lotta contri i cambiamenti climatici.

Infatti il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato per l’Europa. Secondo il rapporto di Copernicus – il programma di punta di osservazione della Terra dell’Ue, coordinato e gestito dalla commissione Europea – i gas serra sono in continuo aumento e non si arresta la tendenza al riscaldamento del Pianeta, nemmeno in un anno dove la Pandemia legata al Covid-19 ha costretto a livello globale al rallentamento delle attività, alla riduzione degli spostamenti e all’isolamento di decine di milioni di persone. 

Siamo fragili e camminiamo su un territorio fragile che abbiamo il dovere di preservare, situazione ampiamente “fotografata” nel video “Google Earth Timelapse: come cambia la Terra” che grazie ad una nuova funzionalità di Google Earth permette di vedere la trasformazione della Terra negli ultimi 37 anni. 

L’Unione Europea ha recentemente raggiunto un’intesa tra gli Stati membri che prevede una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, e di raggiungere la neutralità climatica al 2050. Un obiettivo sicuramente ambizioso che deve essere definitivamente ratificato e dovrebbe prevedere anche l’istituzione di un Comitato consultivo scientifico europeo indipendente sui cambiamenti climatici.

IRENE ha sempre dimostrato la sua attenzione all’ambiente diffondendo la cultura della Riqualificazione Energetica del vetusto patrimonio edilizio esistente nel Nostro Paese, responsabile del 40% dei consumi energetici nazionali e, di conseguenza delle relative emissioni inquinanti in ambiente. 

È proprio su questo punto che ci si deve domandare quale sia il percorso più adatto per raggiungere gli alti obiettivi che ci siamo prefissati tutti insieme, come collettività e come Unione. 

In questo settore gli incentivi fiscali a sostegno degli interventi di riqualificazione energetica si sono dimostrati a volte poco efficaci. L’introduzione del Superbonus 110 si è dimostrato invece una misura efficace per stimolare il comparto e diminuire drasticamente i fabbisogni energetici degli edifici:  ora più che mai è necessario perseverare su questa strada, pianificando il sistema di incentivazione ed abbandonando la logica delle proroghe annuali, che hanno dimostrato di non stabilizzare il processo di trasformazione del patrimonio immobiliare, così da ridurre in modo significativo, progressivo, ma costante la dipendenza energetica e le emissioni climalteranti.

La proroga degli incentivi fiscali nella Riqualificazione Edilizia deve essere strutturata all’interno di una cornice stabile e coerente, semplificando contemporaneamente le procedure in modo da produrre uno stimolo economico verso un mercato ad elevata qualità energetica, determinando una spinta sulla domanda di riqualificazione autonoma e permanente.

È necessario dirigersi verso interventi che portino effettivi risultati concreti di risparmio energetico con conseguenti minori emissioni di CO2 nell’ambiente, interventi corretti che non guardino solo al mero aspetto economico ma che possano essere di aiuto e di stimolo al legislatore per consentirgli di avere dati reali su cui basare un processo di programmazione fiscale ed economica che possa essere garantito da un ritorno anche ambientale, e di conseguenza economico. 

Per l’Italia, e per il raggiungimento degli obiettivi climatici dell’UE, è fondamentale rispettare la scadenza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che dovrà essere trasmesso alla Commissione Europea entro fine aprile, dimostrando di aver intrapreso un percorso di sviluppo sostenibile per il nostro paese, e che, quel 30% dei 208,8 mld di euro destinato a contribuire agli obiettivi climatici comunitari, sarà utilizzato in modo efficace.

Oggi gli elementi in gioco su cui basare le politiche del prossimo futuro non possono prescindere da fattori di analisi quali l’ambiente e lo sviluppo economico dei Paesi che sono stati colpiti da una regressione economica e finanziaria importante: chi meglio della riqualificazione energetica degli edifici esistenti racchiude questi due fattori di analisi fornendo una risposta concreta, veloce, certa e positiva?

È su questo punto che siamo chiamati tutti a fare la nostra parte, a partire dal legislatore che ha nelle sue mani e nella sua conoscenza gli strumenti e la chiave per dare, in via definitiva, una svolta al sistema Italia, per chiudere con noi operatori del mercato che non possiamo perdere l’occasione per dimostrare di saper fare efficienza energetica e qualità.  

La Giornata Mondiale della terra è un’occasione per tenere alta l’attenzione, che non può ridursi ad un solo giorno: gli stili di vita, le attività lavorative, la produzione, l’istruzione ed ogni forma che accompagna il quotidiano deve essere orientata verso una direzione sostenibile, l’unica attualmente percorribile.

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