INTERVENIRE SULL’ESISTENTE: LA SFIDA DELL’ARCHITETTO

la sfida dell'architetto

Inserire un cappotto di spessore 10 cm senza alterare i caratteri architettonici dell’edificio

VIALE ZARA 58, MILANO: IL PROGETTO DELL’ARCH. ANTONELLO BORTOLUZZI

Viale Zara, una delle maggiori arterie di Milano, domina il quadrante settentrionale della città metropolitana unendo il centro all’hinterland nord. Contraddistinta da un viale alberato di larghezza 65 metri presenta un vasto numero di tipologie edilizie che spaziano da condomini ad abitazioni unifamiliari con giardino privato. Vicino alla fermata della metropolitana Zara, svetta in modo importante un edificio composto da 12 piani, edificato intorno al 1950, con un’altezza inusuale per il contesto nel quale è ubicato. La sua imponenza è data anche dall’arretramento rispetto al fronte stradale: la cortina di edifici si interrompe con l’apertura su un piazzale adibito a parcheggio dal quale si eleva, in tutta la sua pienezza, il condominio corrispondente al civico 58.

L’edificio è costituito da un sistema articolato di tanti elementi che dialogavano tra di loro secondo una logica compositiva definita.

Immagini dello stato dell’edificio prima dell’intervento
Facciata principale su Via Zara
Facciata principale su Via Zara
Facciata laterale e fronte di servizio
Facciata laterale e fronte di servizioLa facciata principale è costituita da una serie di logge e sfondati che realizzano un gioco di chiari e scuri, le due facciate laterali sono caratterizzate da una successione di porte finestre alte e regolari con un taglio moderno, mentre il prospetto su cortile interno ha le tipiche caratteristiche di un fronte di servizio. Intervenire con una tecnologia d’isolamento a cappotto dello spessore di 10 cm, rischiava di omologare le facciate e soprattutto rischiava di perdere le caratteristiche architettoniche originali dell’edificio.

Analizzando le specifiche del fabbricato si è convenuto che il colore avrebbe potuto essere l’elemento fondamentale per poter conservare e mettere in rilievo le caratteristiche compositive delle facciate.

La fase successiva è stata quella di trovare un edificio di riferimento nella tradizione Milanese degli anni ‘50, un lato narrativo che permettesse di identificarsi nella tradizione cittadina attraverso un’identità culturale. Si è scelto un edificio di un autore che è uno dei simboli di Milano: la casa di via Dezza di Gio Ponti costruita tra il 1956 e il 1957, ultima residenza dell’illustre architetto che abitò l’ottavo piano dell’edificio.

Facciata della casa di Via Dezza di Gio Ponti
Facciata della casa di Via Dezza di Gio Ponti
Disegno di progetto della facciata su Via Zara
Disegno di progetto della facciata su Via ZaraLa casa ubicata in zona Parco Solari, assume in sé tutte le riflessioni di Ponti sull’abitazione moderna e ne adotta le invenzioni spaziali. La costruzione presenta un fronte strada sviluppato in altezza, in cui al basamento rivestito in pietra si sovrappongono le lunghe balconate che danno il ritmo all’edificio. I loggiati differenti per dimensioni e colori, riferiscono i prospetti al carattere dell’edificio in Viale Zara.

E’ stato quindi uno stimolo cogliere i colori utilizzati da Ponti, per campionare una gamma di giallo, azzurro, verde e rosso, utilizzando tonalità molto tenui ed eleganti, ispirate alla tradizione milanese.

Non è stato facile sottoporre agli abitanti un progetto estetico così forte, rispetto ai colori dello stato di fatto giallo e grigio/verde, ma dopo alcuni incontri la nuova facciata è stata approvata e i condomini si sono nella quasi totalità affidati alla composizione creata dagli architetti. In conformità con il fronte principale, sono stati colorati anche gli sfondati delle porte finestre sui prospetti laterali.

Sul piano rialzato dove sono ubicate attività commerciali, è stato conservato il rivestimento in travertino attraverso opere di pulizie, bonifica, sostituzione delle lastre ammalorate e fissaggio di quelle parzialmente distaccate.

Durante i lavori sono state affrontate varie questioni tecniche per l’inserimento dell’isolante, valutando insieme all’impresa la soluzione più prestante. E’ stato analizzato attentamente come la nuova pelle potesse relazionarsi con le aperture, le spalle e i davanzali esistenti.

E’ stato scelto di eliminare i davanzali esistenti in travertino, perché è un marmo che tende ad assorbire l’umidità e a deteriorarsi, al loro posto sono state inserite delle lamiere in alluminio piegato e preverniciato. Le spalle delle aperture sono state lavorate con un pacchetto di isolante di spessore inferiore rispetto ai 10 cm utilizzati per rivestire le facciate, calcolato al minimo necessario per evitare la creazione di ponti termici e realizzare un sistema di coibentazione completo su tutto l’edificio. I Dettagli studiati sono numerosi e differenti per le tipologie di aperture, per i cielini e per i davanzali, insieme all’impresa sono stati attentamente valutati tutti i sistemi di raccolta e convogliamento dell’acqua. I problemi sono nati anche dal fatto che molti serramenti erano stati sostituiti, riportando caratteristiche diverse a seconda delle esigenze di ogni singolo proprietario, inoltre erano state aggiunti elementi esterni come inferriate o zanzariere. Infine i lavori sui balconi sono risultati ancora più complicati, perché il balcone è nel contempo uno spazio privato su facciata pubblica, questo ha comportato un notevole sforzo da parte dell’impresa per trovare soluzioni ad hoc per ogni singolo caso.

L’intervento ha dato nel suo complesso un ottimo risultato grazie al lavoro svolto in sinergia dalla professionalità dello studio di amministrazione, dalla competenza dell’impresa e dei fornitori, e soprattutto dalla lungimiranza dei condomini nell’affrontare una spesa importante.

I condomini sono stati capaci di valutare le capacità tecniche dei soggetti, dimostrando estrema fiducia nell’impresa e nel progettista. Inoltre la scelta strategica in questo caso è stata investire nella prima fase di progettazione permettendo di realizzare un capitolato opere di riferimento estremamente preciso nella definizione dei lavori.

Dettagli dei colori di facciata
Dettagli dei colori di facciata
L'edificio dopo l'intervento
L’edificio dopo l’intervento
Particolare dell’edificio dopo l’interventoSono stati portati in assemblea 5 preventivi, dove i condomini hanno scelto di premiare non la soluzione più economica ma quella che dava più certezze in termini di vantaggi, competenza e garanzie. Grazie a questa lungimiranza da parte dei proprietari non ci sono state modifiche all’importo lavori ne alle caratteristiche tecniche delle soluzioni, se non dei lambda λ del cappotto isolante con prestazioni superiori a quelle indicate nel capitolato senza l’applicazione di sovraprezzi. Alla fine dell’intervento anche gli inquilini contrari al progetto che è stato realizzato erano pienamente soddisfatti del risultato finale. I proprietari hanno beneficiato sin da subito dei risparmi sul consumo energetico e del confort ambientale all’interno delle proprie abitazioni, grazie agli elevati standard di efficienza raggiunti passando dalla classe F alla C.

La realizzazione di questo tipologia di intervento con rivestimento a cappotto è replicabile su tutti quegli edifici affini per caratteristi architettoniche, costruttive ed energetiche. Non è possibile eseguirlo su manufatti caratterizzati da numerosi elementi decorativi in facciata e in quegli edifici dove l’esposizione ai punti cardinali richiede diverse accortezze nella progettazione degli spessori.

In un contesto come il centro di Milano dove la maggior parte delle architetture sono state realizzate all’inizio del 900, non si può applicare la stessa tecnologia utilizzata in viale zara 58 altrimenti si deturperebbe l’aspetto delle facciate originali. Ci sono fronti caratterizzati da lesene o sfondati che ne disegnano la composizione del prospetto, altri presentano una ricchezza di cornici in pietra o cemento lavorato, sulle quali non è possibile applicare un cappotto con uno spessore importante.

L’INTERVENTO DI VIALE ZARA 58 E’ STATO REALIZZATO DA
TERMOISOVER-IND e MASCHERPA TECNOLOGIE GESTIONALI AZIENDE DI RETE IRENE

La sfida dell'architetto Antonello Bortoluzzi
L’Architetto Antonello BortoluzziArch. Antonello Bortoluzzi “Nato a Milano nel 1961, nel 1987 si laurea presso la facoltà di architettura del Politecnico di Milano. Collabora dal 1989 al 1995 con l’architetto Edoardo Guazzoni. Dal 1996 al 2014 condivide uno studio con l’architetto Maurizio Barile. Nel 2015 avvia il progetto noAa.”
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http://www.noaa.it/
Lo studio si occupa principalmente di interventi sull’esistente, sviluppando il progetto sino alla sua definizione esecutiva anche attraverso il controllo dei costi, la direzione dei lavori e la gestione della sicurezza.

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