VMC E SUPERBONUS 110: APERTURA DI ENEA MA CON LIMITAZIONI

VMC E SUPERBONUS

Abbiamo approfondito il recente parere espresso da ENEA su la possibilità di applicare VMC e Superbonus 110 analizzando nel dettaglio quanto espresso con esempi tecnici e nostre considerazioni.

Non si tratta di una lavorazione a sé stante (in caso di Superbonus, cioè, non è un intervento trainante, né trainato), bensì può essere considerata solo come lavorazione aggiuntiva facente parte del più ampio “pacchetto” di interventi relativi alla coibentazione dell’involucro (sistemi di sola VMC) oppure di interventi relativi alla sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale (sistemi VMC integrati in impianti ad aria).

È di giovedì 13 maggio l’ultimo aggiornamento delle FAQ ECOBONUS di ENEA rispetto al tema VMC e Superbonus.

ENEA, a seguito di un confronto con MiTE e CTI, fornisce all’interno della sezione D, dedicata agli IMPIANTI TERMICI (COMMA 347), il seguente parere (che riportiamo integralmente):

16.D Vorrei sapere se l’installazione di un sistema di VMC (Ventilazione Meccanica Controllata), correlata ad un intervento di coibentazione di superfici opache oppure in concomitanza con la sostituzione del generatore di calore, possa essere agevolata con l’Ecobonus?
R. Relativamente all’installazione di impianti di “Ventilazione Meccanica Controllata” (VMC) nel caso di interventi di isolamento termico delle superfici opache disperdenti, si rappresenta quanto segue: In via preliminare si ricorda che, ai sensi del paragrafo 2.3, punto 2, dell’Allegato 1 al Decreto interministeriale 26 giugno 2015 (c.d. Decreto Requisiti Minimi), nel caso di nuova costruzione, o di edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti o a riqualificazioni energetica, ed in particolare qualora si realizzino interventi che riguardino le strutture opache delimitanti il volume climatizzato verso l’esterno, è necessario procedere alla verifica dell’assenza di rischio di formazione di muffe e di condensazioni interstiziali, in conformità alla UNI EN ISO 13788. Si ritiene tuttavia che, qualora, pur considerando il numero di ricambi d’aria naturale previsto dalla norma UNI-TS 11300-1 e provvedendo per quanto possibile alla correzione dei ponti termici, possa permanere il pericolo di formazione di muffe o condense in corrispondenza di essi, i sistemi di VMC rappresentino una valida soluzione tecnica. In tali condizioni, pertanto, tali sistemi si ritengono ammissibili alle detrazioni fiscali, se realizzati congiuntamente agli interventi di coibentazione delle superfici opache, nei limiti di spesa, detrazione e costo specifico a quest’ultimi riservati. Al fine di verificare la condizione sopra indicata, ovvero che la VMC rappresenti l’unica soluzione per garantire l’assenza di muffe o condense interstiziali non potendo procedere all’eliminazione di tutti i ponti termici, è necessario che il tecnico abilitato alleghi come parte integrante e sostanziale dell’asseverazione di cui al Decreto interministeriale 06 agosto 2020 (c.d. DM Requisiti Tecnici) una relazione tecnico dalla quale emerga la sussistenza di detto presupposto. Tale relazione dovrà altresì dimostrare che il sistema di VMC installato consegua un risparmio energetico rispetto alla situazione che prevede la massima correzione dei ponti termici, come sopra indicato, un numero di ricambi d’aria naturale pari a quello previsto dalla norma UNI-TS 11300-1 calcolato nell’ipotesi che venga alimentato solo con energia elettrica prelevata della rete. Per quanto sopra, risultano ammissibili esclusivamente i sistemi di VMC dotati di recupero di calore.

Inoltre, a prescindere da quanto sopra riportato, si ritiene che i sistemi di VMC possono accedere alle citate detrazioni fiscali anche nel caso in cui siano associati ad un intervento di sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale con un impianto con fluido termovettore ad aria e siano con esso strettamente integrati. In tal caso i 22 sistemi di VMC risultano parte integrante dell’impianto di climatizzazione invernale e ad essi si applicano i medesimi limiti di spesa, detrazione e costo specifico per i citati impianti. Anche per tale casistica, il sistema di VMC installato deve garantire un risparmio energetico, da asseverare mediante relazione di un tecnico abilitato, rispetto alla situazione che prevede un numero di ricambi d’aria naturale pari a quello previsto dalla norma UNITS 11300-1 nell’ipotesi che sia alimentato esclusivamente con energia elettrica prelevata della rete. Conseguentemente sono ammissibili solamente i sistemi di VMC dotati di recupero di calore. La relazione di cui sopra può essere allegata, per farne parte integrante e sostanziale, all’asseverazione prodotta ai sensi del suddetto “decreto requisiti tecnici” nei casi da esso previsti.

La prima considerazione è che si tratta di un’apertura verso una tecnologia, che in alcune circostanze risulta essenziale per riuscire a garantire il benessere ed il comfort interno agli utenti di un’unità immobiliare, a lungo auspicata, ma mai fino ad ora – direttamente – dimostrata.

La seconda considerazione è invece legata a quali siano le condizioni “al contorno” che è necessario si avverino affinché il sistema di VMC possa essere legittimamente incluso come lavorazione complementare al ciclo di coibentazione dell’involucro e concorrente al soddisfacimento della verifica di assenza di formazione muffe, come da richiesta del DM “Requisiti Minimi” (o di analoghi riferimenti regionali di recepimento normativo).

In tandem con alcuni termotecnici con i quali Rete IRENE collabora, abbiamo svolto le seguenti analisi ed interpretazioni al fine di identificare il rapporto tra VMC e Superbonus: l’inclusione della VMC negli attuali incentivi richiede la redazione da parte del tecnico abilitato di un’apposita relazione atta a dimostrare la sussistenza di determinate condizioni. Il sistema infatti deve garantire un risparmio energetico rispetto ad una “IPOTETICA” condizione di riferimento di partenza.

La stessa FAQ parla di “IPOTETICA” in quanto la situazione di partenza (o condizione di riferimento) esula dal normale calcolo normativo.

La FAQ riporta espressamente “…Tale relazione dovrà altresì dimostrare che il sistema di VMC installato consegua un risparmio energetico rispetto alla situazione che prevede la massima correzione dei ponti termici, come sopra indicato, un numero di ricambi d’aria naturale pari a quello previsto dalla norma UNI-TS 11300-1 calcolato nell’ipotesi che venga alimentato solo con energia elettrica prelevata della rete. Per quanto sopra, risultano ammissibili esclusivamente i sistemi di VMC dotati di recupero di calore.

Questa frase apre diverse possibilità di interpretazione tecnica e sarà dunque necessaria una nota più approfondita e possibilmente specifica, con ad esempio qualche casistica pratica, di come ENEA vuole verificato questo calcolo di risparmio energetico.

Leggendo in più riprese questa risposta, nonché facendo molteplici verifiche su situazioni inerenti a Ponti Termici “critici”, cioè quelli nei quali solo la VMC potrebbe rendere l’intervento ammissibile e al contempo anche fattibile sul piano tecnico-economico, ci appare lampante che l’indirizzo dato dall’Ente non sia assolutamente un via libera a lasciar scoperto qualsiasi ponte termico (secondo l’adagio “tanto poi ci pensa la VMC”), bensì esattamente il contrario!

La nostra interpretazione della FAQ relativa a VMC e Superbonus ci ha portato quindi a definire questi scenari con le relative condizioni al contorno:

Condizione di riferimento

  • Ponte Termico Corretto = trasmittanza lineica (valore PSI) inferiore a 0,100 W/mK
  • Ricambio d’aria come da ricambio naturale secondo UNI-TS 11300-1 = 0,3 Vol/h
  • Alimentazione solo con energia prelevata dalla rete (senza ausilio di Fotovoltaico) = resistenza elettrica (e non l’impianto di climatizzazione invernale) deputata a riscaldare il solo volume d’aria ricambiato

Condizione progetto

  • Ponte Termico Attenuato = trasmittanza lineica (valore PSI) maggiore di 0,100 W/mK e corrispondente alla reale condizione di progetto del nodo esaminato
  • Sussistenza di rischio di formazione muffe = non è possibile intervenire sull’involucro aumentando ulteriormente la resistenza termica (valore R) del nodo, o per motivi di impossibilità tecnica (es: spessori non possibili), oppure per motivi di impossibilità economica (es: costo non commensurabile con il resto dell’intervento per tagliare la soletta dei balconi a sbalzo e risolvere il Ponte Termico a filo facciata)
  • Ricambio d’aria con VMC secondo UNI-TS 11300-1 = 0,5 Vol/h
  • VMC con Recupero Calore per la gestione del volume d’aria ricambiato = efficienza di scambio 80%

Sulla base di tali parametri sono state eseguite le iterazioni di calcolo agli elementi finiti oggetto di analisi: sono stati presi in considerazione inoltre diverse tipologie di ponti termici, quali solai verso terrazze, coperture, spallette e soglie serramenti, balconi, etc.

Da queste iterazioni abbiamo potuto estrapolare una costante: un ponte termico non adeguatamente attenuato difficilmente sarà in grado di conseguire un risparmio energetico, così come richiesto dalla nota di ENEA.

Applicando la nostra interpretazione sopra riportata, siamo invece riusciti ad ottenere un risparmio energetico quantificabile (verificando in questo modo i parametri di calcolo per la relazione menzionata da ENEA) solo a partire da un ponte termico attenuato avente trasmittanza lineica (valore PSI) pari a 0,270 W/mK (nella condizione di impianto di climatizzazione invernale basato sul vettore energetico gas metano).

Questo risultato ci fornisce conferma circa la veridicità della riflessione iniziale, oltre ad essere in linea sia con le posizioni più volte espresse dal legislatore e dal normatore (circa la necessità di intervenire prima “bene” e poi di sopperire con elementi complementari solo per “l’ultimo miglio”, se esso fosse irto di ostacoli), sia con quella che è la buona pratica di priorità per gli interventi di efficientamento energetico (la piramide: involucro – impianti – fonti rinnovabili).

La risposta fornita da ENEA vuole dunque ricordare a tutti che bisogna innanzitutto eseguire una lavorazione orientata alla massima risoluzione dei ponti termici; solo in ultima battuta la VMC può contribuire laddove altro non fosse possibile fare.

Attendendo con grande curiosità le specifiche tecniche che ci auguriamo a breve ENEA rilascerà a seguito di una FAQ così rilevante ed “innovativa”, riepiloghiamo le implicazioni delle condizioni al contorno così come sono state da noi interpretate:

Condizione di riferimento

  • Dispersioni termiche attraverso i nodi di Ponte Termico quasi nulle o comunque irrilevanti
  • Volume d’aria ricambiato su base oraria di misura ridotta
  • Il delta termico dell’intero volume d’aria ricambiato viene sopperito, portando l’aria immessa alla temperatura operante, tramite vettore energetico elettrico e con soli assorbimenti dalla rete → alto valore di energia primaria

Condizione di progetto

  • Dispersioni termiche attraverso i nodi di Ponte Termico presenti, con temperature superficiali anche solo puntuali sotto i valori di guardia
  • Volume d’aria ricambiato su base oraria di misura maggiore
  • Il delta termico del volume d’aria ricambiato viene parzialmente abbattuto tramite l’ausilio dei meccanismi di recupero calore del sistema di VMC
  • Solo una quota parte del delta termico del volume d’aria ricambiato viene sopperito tramite il sistema di climatizzazione invernale presente nella situazione di progetto, considerando le medesime tipologie di vettori energetici (comprese le FER, se previste nello stato di progetto) → ridotto valore di energia primaria

Per calcolare il risparmio energetico della condizione di progetto bisogna dunque basarsi su due parametri di bilancio energetico: il quantitativo di energia (A) necessario a compensare le dispersioni attraverso il nodo di Ponte Termico ed il quantitativo di energia (B) necessario a portare alla temperatura operante il volume d’aria ricambiato.

Nella condizione di riferimento il valore A è trascurabile, mentre il valore B è un quantitativo facilmente definibile (in funzione del volume del locale esaminato, del delta termico definito secondo zona climatica e del fattore di conversione in energia primaria dell’energia elettrica prelevata dalla rete).

Nella condizione di progetto il valore A non è trascurabile (ma può essere migliorato – e dovrebbe essere migliorato fino al limite massimo conseguibile dal punto di vista tecnico-economico – aumentando l’attenuazione del Ponte Termico), mentre il valore B può essere oggetto di riduzione, operando sull’efficienza del meccanismo di recupero di calore oppure sulla combinazione di vettori energetici e dei relativi valori di conversione in energia primaria (esempio: ad un impianto alimentato con gas metano corrisponderà un minor quantitativo di energia primaria rispetto a quello alimentato interamente con energia elettrica prelevata dalla rete).

Da notare, infine, che un impianto alimentato interamente tramite energia elettrica prodotta in loco tramite impianto fotovoltaico risulterà avere un impatto nullo sul parametro EPgl,nren (Energia Primaria globale per tutti i servizi energetici considerati, solo proveniente da fonti non rinnovabili).

Articolo sviluppato con la collaborazione dell’Arch. Jacopo Aste – Direttore Tecnico di Trivella S.r.l. e responsabile per IRENE del commissioning tecnico-fiscale – e del Per. Ind. Federico Favretto – socio fondatore di Climology S.r.l e collaboratore di Diagnosi Condominiale S.r.l.

In foto: sistema Mybox per la riqualificazione del cassonetto ALPAC integrato di ventilazione meccanica controllata decentralizzata.

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