CAMBIAMENTI CLIMATICI E DISASTRI AMBIENTALI

cambiamenti climatici

Questa estate è stata caratterizzata da un susseguirsi di notizie allarmanti sui cambiamenti climatici e sulla fragilità del nostro sistema ambientale.

Luglio 2019 è stato il mese più caldo mai registrato nel mondo da quando si rilevano i dati, con temperature record al di sopra delle medie stagionali e conseguenze che sono andate oltre le previsioni scientifiche: i ghiacci polari sono ridotti ai minimi storici, in Artico sono scesi del 19,8% sotto la media, mentre in Antartide del 4,3%. In Groenlandia il 31 luglio è stato calcolato lo scioglimento di undici miliardi di tonnellate di ghiaccio, l’isola è attualmente davanti all’Antartide nella classifica di chi ha finora maggiormente contribuito all’innalzamento delle acque. FONTE “PAGELLA POLITICA di AGI – Quanto si stanno sciogliendo davvero i ghiacciai della Groenlandia? – 20/08/2019” 

Questo ha determinato un diffuso allarme nella comunità scientifica internazionale, che sorveglia l’innalzamento del livello dei mari e l’andamento delle sue temperature.

Altro problema, non sicuramente secondario per i cambiamenti climatici, sono stati gli oltre 30 mila incendi di origine dolosa che hanno interessato la foresta amazzonica, il polmone verde della Terra che produce nel nostro ecosistema il 20% dell’ossigeno e assorbe ogni anno 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica.

A completare questo quadro preoccupante ha contribuito uno studio dell’Università di Cambridge  che mostra come i fenomeni che incidono sull’ambiente hanno anche un riflesso di lungo periodo sull’economia: se l’incremento delle temperature globali fosse di 4°C nel 2100 la ricchezza procapite della popolazione globale scenderebbe sensibilmente (- 7% per gli italiani). E anche se ad alcuni può sembrare un orizzonte molto lontano, lo studio precisa che già nel 2030 la perdita potrebbe essere dell’1%. FONTE “Stefano Agnoli del Corriere della Sera – Trascurare l’ambiente? Può costare al Pianeta il 7% del Pil entro il 2100 – 24/08/2019” 

La nostra domanda è indirizzata alla comunità politica: quanto ancora dobbiamo aspettare prima che l’ambiente e i cambiamenti climatici diventino Il PRIMO PUNTO delle strategia di sviluppo e crescita? 

Bisogna immediatamente attuare programmi urgenti di intervento per la riduzione delle emissioni in atmosfera e bloccare l’aumento delle temperature per non arrivare al punto di non ritorno. E’ necessaria una pianificazione strategica che preveda di coinvolgere tutti i settori dell’economia e dell’energia, in modo da ottenere benefici significativi ed invertire la veloce corsa del riscaldamento globale.

L’obiettivo primario è quello di realizzare un ecosistema sostenibile, che possa tutelare le attuali risorse ambientali e le generazioni future del mondo. Un sistema in grado di non sfruttare le risorse precarie del Pianeta ma di raggiungere un equilibrio e arginare gli attuali consumi energetici.

Rete IRENE, da anni impegnata a promuovere la realizzazione di interventi che migliorano le prestazioni energetiche degli edifici, ricorda che in Italia le emissioni primarie di particolato (Particulate Matter o PM) sono provocate principalmente dagli edifici con una percentuale ben superiore rispetto all’inquinamento derivato dai trasporti, perché il nostro patrimonio edilizio è costituito prevalentemente da colabrodi energetici che danno luogo a forti dispersioni con pesanti conseguenze ambientali ed ingenti costi economici.

E tutto questo non riguarda i soli mesi invernali: quanto energia è stata consumata per rinfrescare gli ambienti nei quali viviamo questa estate? Nel grafico seguente riferito allo scorso  26 giugno, Terna la società che gestisce la rete elettrica nazionale, mostra come la domanda di elettricità è stata sensibilmente superiore alle stime elaborate solo il giorno prima sulla base delle previsioni fatte dagli operatori. 

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FONTE “Stefano Agnoli del Corriere della Sera – Grande caldo, consumi elettrici al top. Più vicino il record di luglio 2015 – 26/06/2019”

Il grafico mostra un fabbisogno energetico elevato che nel pomeriggio dello stesso giorno ha raggiunto quota 57.597 megawatt. E se questi numeri possono sembrare enormi, sono niente in confronto allo studio presentato sulla rivista Nature Communications: nel caso di un riscaldamento importante del clima, nei prossimi trent’anni la domanda di energia legata alla climatizzazione aumenterà del 25-58% a seconda della regione del pianeta. FONTE “Jacopo Pasotti di Repubblica – Per il caldo torrido i consumi energetici arriveranno a +58% nei prossimi 30 anni – 24/06/2019”

La riqualificazione energetica degli edifici esistenti è una delle azioni necessarie ed urgenti da attuare in un programma strategico per la salvaguardia dell’ambiente e del clima. 

Un edificio coibentato permette di ridurre i consumi energetici durante tutte le stagioni, l’isolamento termico è il primo strumento per controllare il calore estivo perché ha la funzione di mitigare l’ingresso di energia termica esterna. L’involucro edilizio ha la necessità di essere composto da materiali che abbiano ottime capacità isolanti e caratteristiche inerziali in modo da mitigare la velocità di propagazione dell’onda termica entrante e stabilizzare le oscillazioni della temperatura interna. 

Rete Irene chiede che nei piani di sviluppo Nazionali e Comunitari sia inserita particolare attenzione alla realizzazione di modelli di crescita sostenibili con un riflesso di lungo periodo sull’attività economica e la produttività, a tutela dell’ambiente e della salute umana.

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